All’interno dei contesti aziendali e industriali i lavoratori possono andare incontro a pericoli, anche molto gravi, che mettono a repentaglio salute e l’incolumità.
Ci concentreremo su singoli aspetti, riguardanti le mani, in relazione ad alcuni specifici rischi.
Ti potrebbe interessare: "LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEI GUANTI DA LAVORO"
I guanti di protezione dal rischio chimico
Partiamo dal cosiddetto rischio chimico connesso a mani e arti superiori. La norma EN ISO 374, nel 2016, ha introdotto diverse novità sui DPI di protezione in riferimento a prodotti chimici pericolosi e ai microrganismi.
La protezione che questa tipologia di guanti deve offrire riguarda diversi aspetti:
- Penetrazione: da intendere come il rischio di contaminazione di una sostanza chimica o di un microrganismo attraverso gli elementi strutturali del guanto come pori, cuciture, microfratture o altre imperfezioni del dispositivo di protezione.
- Permeazione: in questo caso viene considerato il tempo che impiega una sostanza chimica per passare dalla superficie esterna fino al contatto con l’epidermide. L’indice preso in considerazione dalla norma varia da 0 a 6 in relazione a questo tempo.
- Degradazione: si tratta del cambiamento irreversibile di una o più proprietà meccaniche del materiale del guanto dovuto al contatto con una sostanza chimica.
I pittogrammi sui guanti contro il rischio chimico
La norma stabilisce che i guanti idonei a proteggere contro il rischio chimico debbano riportare il pittogramma “resistente alle sostanze chimiche”.
Il pittogramma appare insieme a un codice a lettere per i guanti di tipo A e B. I guanti di tipo C, invece, non sono marcati con codice a lettere.
Le lettere si rifanno all’elenco delle 18 sostanze chimiche definite dalla norma.
Ti potrebbe interessare: "I GUANTI DA LAVORO CONTRO IL RISCHIO MECCANICO"
I test dei guanti contro il rischio chimico
I test di permeazione seguono quanto stabilito dalla norma EN 16523-1:2015 che sostituisce la precedente EN 374-3:
Per i test di penetrazione viene seguita la norma EN 374-2: 2014
I test di degradazione rimandano invece allo standard EN 374-4:2013
Ti potrebbe interessare: "INFORTUNI ALLE MANI: I RISCHI CONNESSI AD ATTIVITÀ LAVORATIVE E HOBBY"
Guanti contro la contaminazione radioattiva e le radiazioni ionizzanti
Esiste un’ulteriore norma specifica, la EN 421, che stabilisce i criteri in riferimento ai guanti di protezione contro pericoli seri e rilevanti quali la contaminazione radioattiva e le radiazioni ionizzanti.
Parliamo di un tipo di guanti professionali utilizzato anche e soprattutto in campo medicale-ospedaliero, nei reparti di cardiologia, radiologia, oncologia, oltre che nei contesti dedicati alla ricerca e all’industria chimica ed energetica.
I guanti di protezione da contaminazione radioattiva
Il pittogramma di questa tipologia di guanti di protezione (riportato di seguito) fa riferimento alla norma e alle relative specifiche.
Le caratteristiche richieste per il rispetto degli standard riguardano l’impermeabilità oltre al superamento di test di penetrazione particolarmente accurati rispetto al contesto.
I guanti di protezione da radiazioni ionizzanti
In base alla norma EN 421, I guanti professionali per la protezione da radiazioni ionizzanti sono realizzati con materiali idonei. Considerando il contrasto a questo pericolo, viene utilizzato un determinato quantitativo di piombo o metallo equivalente, con specifiche riportate nella marcatura del guanto stesso.
Il pittogramma di riferimento alla protezione da radiazioni ionizzanti è quello indicato di seguito:
Vuoi scoprire tutte le tipologie di guanti per la protezione delle mani più adatte alla tua professione?
Scarica gratis la guida completa
Compila il form per maggiori informazioni