In materia di infortuni sul lavoro non si scherza, per questo esistono norme che, oltre a regolare la produzione delle calzature, impongono la scelta di determinate tipologie di scarpe antinfortunistiche per le diverse attività lavorative.
Conoscere queste norme aiuta nell'individuazione delle scarpe adatte alla propria professione, evitando di commettere errori che possono costare infortuni, ma anche multe da parte degli enti di controllo.
La suddivisione delle scarpe per l’antinfortunistica per categorie
Le scarpe antinfortunistiche si dividono in tre macro-tipologie derivanti da normative che valgono non solo per il contesto italiano, ma globale, per questo presentano le sigle UNI (norma nazionale) EN (norma europea) ISO (norma internazionale) in accompagnamento al rispettivo numero.
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Ciascuna di queste norme prende in esame una categoria di calzatura specificandone le caratteristiche:
La norma definisce le caratteristiche dei dispositivi di protezione del piede per la protezione dagli urti e schiacciamenti, con un livello di energia di 200 Joule, in grado cioè di proteggere il piede dalla caduta di un peso di circa 20kg dall’altezza di un metro. Le calzature dotate di puntali con queste caratteristiche sono ritenute idonee per figure professionali quali giardinieri, operatori dei servizi tecnici che svolgono attività in cantieri e locali tecnici e operatori addetti al soccorso e cantieri stradali. La sigla presente sulle scarpe è S ovvero Safety e SB indica i requisiti base delle calzature di sicurezza (Base Safety).
Questa norma definisce le caratteristiche dei dispositivi di protezione del piede per la protezione dagli urti e schiacciamenti, a un livello di energia di 100 Joule, in grado cioè di proteggere il piede dalla caduta di un peso di circa 10kg dall’altezza di un metro. Le calzature dotate di puntali con queste caratteristiche sono ritenute idonee per esempio per operatori di cucina, tecnici di farmacia e magazzinieri che movimentano merci non troppo pesanti. In questo caso la sigla presente è P e PB (Protection e Base Protection per indicare i requisiti di base), anche se si tratta di modelli poco diffusi in commercio, a vantaggio di quelli Safety che offrono molte più garanzie in caso di urto o schiacciamento.
UNI EN 347 regola le "calzature da lavoro"
In questa normativa rientrano i dispositivi di protezione (DPI) del piede da tutti i rischi, eccetto gli urti e gli schiacciamenti. Si tratta di calzature idonee per rischi di lavoro bassi, per esempio adatte a farmacisti, tecnici di laboratorio e operatori sanitari. Le relative sigle sono O e OB (Occupational o Base Occupational).
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Riepilogo di tutte le norme in materia di DPI del piede e degli arti inferiori
Quelle precedentemente indicate sono le principali norme internazionali relative alle scarpe antinfortunistiche.
Riteniamo però utile indicare, nella tabella sottostante, l'elenco completo di tutte le norme connesse ai DPI per gli arti inferiori in modo da averlo a portata di mano.
Le norme vengono solitamente aggiornate dal legislatore ogni cinque anni per cui è sempre meglio controllare da fonti ufficiali se è avvenuta una nuova pubblicazione.
Riferimento normativo | Oggetto delle norme |
D.Lgs. 81/08 allegato VIII punto 4 tabella 6 | “Indicazioni non esaurienti per la valutazione dei dispositivi di protezione individuale” |
UNI EN ISO 20344:2012 |
D.P.I – Metodi di prova per calzature |
UNI EN ISO 20345:2011 |
D.P.I – Calzature di sicurezza |
UNI EN ISO 20346:2014 |
D.P.I – Calzature di protezione |
UNI EN ISO 20347:2012 |
D.P.I – Calzature da lavoro |
UNI EN ISO 20349-1:2017 |
D.P.I – Dispositivi di protezione individuale - Calzature di protezione contro i rischi presenti nelle fonderie e nelle operazioni di saldatura - Parte 1: Requisiti e metodo di prova per la protezione contro i rischi presenti nelle fonderie |
UNI EN 12568:2010 |
Protettori del piede e della gamba – Requisiti e metodi di prova per puntali e solette anti-perforazione di metallo |
UNI 10913:2001 |
D.P.I – Linee guida per la redazione della nota informativa |
UNI EN 13832-1:2019 |
Calzature di protezione contro agenti chimici - Parte 1: Terminologia e metodi di prova |
UNI EN 13832-2:2007 |
Calzature di protezione contro agenti chimici – Parte 2: Requisiti per calzature resistenti agli agenti chimici in condizioni di laboratorio |
UNI EN 13832-3:2007 |
Calzature di protezione contro agenti chimici – Parte 3: Requisiti per calzature altamente resistenti agli agenti chimici in condizioni di laboratorio |
UNI EN 15090:2006 |
Calzature per vigili del fuoco |
UNI EN ISO 13287:2008 |
D.P.I – Calzature – Metodo di prova per la resistenza allo scivolamento |
CEI EN 50321:2000 |
Calzature elettricamente isolanti per lavori su impianti di bassa tensione |
CEI EN 61340:2002 |
Elettrostatica – Parte 4-3: Metodo di prova normalizzato per applicazioni specifiche – Calzature |
UNI EN ISO 17249:2007 |
Calzature di sicurezza con resistenza al taglio da sega a catena |
UNI EN 14404:2010 |
D.P.I – Protettori delle ginocchia per lavori in posizione inginocchiata |
UNI 11583:2015 |
Requisiti per le calzature di sicurezza, di protezione e da lavoro per uso professionale per lavoro su tetti inclinati |
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