I DPI di protezione per le vie respiratorie aderenti al viso devono adattarsi perfettamente al lavoratore che li indossa.
Parliamo nello specifico degli AVPR, ovvero gli Apparecchi di Protezione delle Vie Respiratorie.
Il fit test, o prova di adattabilità, rappresenta una verifica estremamente importante affinché chi deve indossare determinate maschere facciali lavori in totale sicurezza.
In questo articolo vedremo cos’è il fit test per i DPI, perché è importante, come si esegue e quali sono gli obblighi per il datore di lavoro.
Indice
1. Cosa è il fit test?
Fit test qualitativo e quantitativo
Fit test qualitativo
Fit test quantitativo
2. Ogni quanto va effettuato il fit test sui DPI?
3. Fit test: quali sono gli obblighi per il datore di lavoro?
4. Tutelare i lavoratori per la loro salute e sicurezza
Il fit test è una prova che si svolge per verificare che una maschera di protezione delle vie respiratorie aderisca perfettamente al viso del lavoratore.
Le maschere facciali sono DPI di categoria III, che proteggono da danni anche molto gravi chi svolge una determinata mansione.
Il fit test è estremamente importante, in quanto una maschera facciale o una semimaschera deve avere una tenuta perfetta sul volto del lavoratore affinché questo non entri in contatto con sostanze pericolose presenti nell’ambiente di lavoro.
Ci sono diversi fattori che possono inficiare sulla tenuta di una maschera, come ad esempio:
Ogni lavoratore ha un viso diverso ed è quindi necessario effettuare la prova di adattabilità per tutelarlo.
Il fit test si effettua su maschere e semimaschere facciali aderenti con bordo di tenuta. Non si esegue su DPI come cappucci o dispositivi di fuga.
Ci sono due tipi di fit test: qualitativo e quantitativo.
Le persone che effettuano il fit test non devono possedere certificazione, tuttavia devono essere competenti, quindi in grado di svolgere il test, di informare su come indossare la maschera, riconoscere i test non validi e sapere come fare manutenzione.
Di seguito vediamo le differenze tra fit test qualitativo e fit test quantitativo.
Il fit test qualitativo è una prova passa/non passa e il risultato può essere positivo o negativo.
Il test consiste nell’utilizzo di una sostanza di prova, non dannosa (solitamente dolce o amara), che viene nebulizzata all’interno di un cappuccio che il lavoratore indossa insieme al DPI.
Il lavoratore dovrà eseguire una serie di esercizi come parlare, piegarsi e fare respiri profondi.
Se il lavoratore percepisce la sostanza, significa che la semimaschera non è stata indossata correttamente o non è adatta al viso e il test è negativo; qualora invece non la percepisse, significa che la semimaschera si adatta perfettamente al volto del soggetto e il test si considera positivo.
Il fit test qualitativo si esegue su facciali filtranti e semimaschere con filtri antipolvere o combinati. Non si effettua, invece, su maschere a pieno facciale.
In commercio esistono diversi kit per poter effettuare il fit test qualitativo.
Il fit test quantitativo si effettua con uno strumento che fornisce un valore oggettivo (il Fit Factor) che indica la tenuta effettiva della maschera sul viso del lavoratore.
Può essere effettuato su tutti i tipi di maschere facciali, anche le maschere intere.
Ci sono diversi tipi di fit test quantitativo. Tuttavia, i due più utilizzati sono quello che prevede il conteggio ambientale di particelle e quello che usa il metodo della pressione negativa controllata.
Il fit test quantitativo è più complesso rispetto al fit test qualitativo.
Il fit test va effettuato ogni volta che ci sono cambiamenti fisici importanti nel lavoratore, come ad esempio:
Il fit test va inoltre eseguito ogni volta che si sostituisce la maschera con un altro modello o tipo.
Qualora non avvengano i cambiamenti sopra descritti, è comunque necessario eseguire il fit test ogni 3 anni.
Oltre al fit test, è importante che il lavoratore effettui un controllo di tenuta prima di ogni utilizzo del DPI.
Il controllo di tenuta può essere svolto a pressione positiva o negativa:
È importante che i lavoratori che utilizzano DPI per la protezione delle vie respiratorie vengano formati sul loro utilizzo e manutenzione.
Il datore di lavoro è la persona responsabile della scelta e della conseguente gestione dei DPI.
La legge 215/2021 obbliga il datore di lavoro a fare riferimento, per quanto concerne la scelta, l’uso e la manutenzione dei DPI, alle norme UNI più recenti.
Ciò significa che è necessario attenersi alla UNI 11719:2018, la quale prevede l'esecuzione del fit test per verificare la tenuta dell'APVR (Apparecchio di Protezione delle Vie Respiratorie).
Dopo aver effettuato il fit test, inoltre, va redatto un rapporto di prova con nome del lavoratore e informazioni sul DPI (produttore, modello, misura, condizioni), le specifiche tecniche del test e il risultato.
In questo articolo abbiamo visto in che cosa consiste il fit test per i DPI e perché è così importante.
Abbiamo poi visto la differenza tra fit test qualitativo e quantitativo e quali sono gli obblighi per il datore di lavoro.
Un punto da sottolineare è che il datore di lavoro, eseguendo il fit test non solo adempie alla legge, ma garantisce la protezione dei lavoratori, tutelandoli da rischi di salute potenzialmente anche molto gravi.
In ultimo, l'esecuzione del fit test (in particolare quello qualitativo) rappresenta un coinvolgimento diretto del lavoratore nei processi di salute e sicurezza aziendali.
Contatta il tuo fornitore di fiducia per farti consigliare al meglio sull'utilizzo in sicurezza dei DPI.